domenica 1 luglio 2007

25 - «Kaimoku shō»

Nel «Kaimoku shō»
(«L'apertura degli occhi»)
è affermato:

«Ciò che chiamiamo pietà filiale è cosa elevata.
Seppure il cielo sia cosa elevata [esso] non lo è quanto la pietà filiale.
E ancora, la pietà filiale è cosa così profonda che,
sebbene anche la terra sia cosa profonda,
[essa] non è più profonda della pietà filiale.
Le due categorie dei santi e dei saggi provengono da famiglie ov’è presente la pietà filiale.
Come potrebbero,
a maggior ragione,
proprio le persone che studiano il Buddhadharma,
trascurarne la gratitudine
e la cura [adeguata] per saldarne il debito?
I discepoli del Budda devono,
assolutamente,
considerare i quattro doveri della gratitudine
e devono sapere come assolverli».

Redatto nel nono anno dell'era Bun'ei (1273), a Tsukahara (Sado), all'età di 51 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 544.


<開目抄>に曰く:

「孝と申すは高也。
天高けれども孝よりも高からず。
又孝とは厚也。
地あつけれども孝よりは厚からず。
聖賢の二類は孝の家よりいでたり。
何に況んや仏法を学せん人、
知恩報恩なかるべしや。
仏弟子は必ず四恩をしって
知恩報恩をほうずべし」。

昭和定本日蓮聖人遺文、五四四頁


Kaimoku shō ni iwaku:

«Rō to mōsu wa takai nari.
Ten takeredomo rō yori mo takarazu.
Mata rō to mōsu wa kō atsui nari.
Tsuchi atsukeredomo rō yori wa atsukarazu.
Seiken no nirui wa rō no ie yori idetari.
Aga ni iwanya buppō wo gakusenjin,
chion hō’on nakarubesha.
Otoke deshi wa kanarazu shion wo shitte
chion hō’on hōzu beshi»。

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, pag. 544.

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