domenica 1 luglio 2007

15 - «Nyosetsu shugyō shō»

Nel «Nyosetsu shugyō shō»
(«Sul praticare come [il Buddha] ha insegnato»)
è affermato:

«Al tempo in cui,
sotto un unico cielo,
i diecimila popoli[1] porteranno a compimento
[lo spirito del brano che afferma:]
“tutti i veicoli [confluendo] nell’unico veicolo del Buddha[2]”,
aspirando alla prosperità solo del Mistico Dharma
e [quando] i diecimila popoli leveranno una sola,
stessa recitazione di Namu myōhō renge kyō…
[allora] il vento soffierà senza far scricchiolar rami,
la pioggia cadrà senza smuover terra,
il mondo tornerà come all’epoca di Fuxi[3] e Shennong[4].
Allora,
affrancati dalla disgrazia degli odierni disastri
e calamità conseguiremo l’arte della longevità.
Al tempo in cui gli uomini nutriranno aspirazione a vivere nel Dharma
ed in mutua armonia,
sarà loro reciprocamente manifesta la conformità al principio [che afferma:]
“né vecchiaia né morte”[5].
Che nessuno lasci istanza al dubbio che possa esserci prova di un mondo pacifico e sereno».

Redatto a Ichinosawa (Sado), nel decimo anno dell’era Bun’ei (1273), all’età di 52 anni.
Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 733.


<如説修行抄 >に曰く:

天下万民諸乗一仏乗と成って妙法独り繁昌せん時、
万民一同に南無妙法蓮華経と唱え奉らば吹く風枝をならさず雨壤を砕かず、
代は羲農の世となりて今生には不祥の災難を払ひ、
長生の術を得、
人法共に不老不死の理顕れん時を各各御覧ぜよ現世安穏の證文疑い有るべからざる者なり。
昭和定本日蓮聖人遺文、
七三三頁。

«Nyosetsu shugyō shō» ni iwaku:

«Tenka banmin shojō ichibutsu-jō to natte
Myōhō hanjō sen toki,
banmin ichidō ni Namumyōhōrengekyō to tonaetatematruraba
fuku kaze eda wo narasazu ame tsuchikure kudakazu,
yō wa Gi Nō no yo to narite,
konjō ni wa fushō no sainan wo harai,
chōsei no jutsu wo e,
ninpō tomo ni furō-fushi no kotowari
arawaren toki wo kaku-kaku goranzeyo,
genze an’on no shōmon utagai aru bekarazaru mono nari».

Shōwa Teihon Nichiren Shōnin Ibun, 733.

_____________
note:
[1]Tenka banmin 天下万民. significa tutte le genti” o “tutti i popoli” (“banmin”) del “mondo” (“tenka”) ma ho preferito lasciare la traduzione letterale per tentare di evocare la sensibilità estetica dell’antica cultura cinese. Per i cinesi del periodo aureo significava il loro impero...

[2]È una frase complessa in quanto utilizza il verbo “naru”, passibile di molteplici applicazioni ed accezzioni, tuttavia la compresenza di due fattori -o condizioni - (nello specifico “tutti i veicoli” e “l’unico veicolo del Buddha”) abitualmente implica la trasformazione del primo fattore –o condizione- nel secondo. In questo modo la rosa dei significati spazia tra il “convertire”, “maturare”, “assimilare”, “agglutinare”, “familiarizzare” (il primo fattore al secondo) ecc… Questo è legato al tema portante del Sutra del Loto che è quello di disporre la natura dei dieci mondi (da inferno a buddhità) a manifestare l’implicita natura di Buddha.

[3]Fuxi 伏羲: Mitica figura della storia leggendaria cinese. Traslitterato anche “Hu Hsi” è oggi chiamato Taihao. Sua sorella e sposa era Nüwa, dea della fecondità e nume tutelare dei matrimoni e della nascite. Dalla loro unione, in seguito a un diluvio catastrofico, avrebbe avuto origine l’umanità. Le leggende lo tramandano, quindi, insegnare la pesca e l'allevamento agli uomini e, successivamente, nel ruolo di mediatore tra questi e gli esseri divini.

È nel periodo che anticipa la dinastia Xia, tra il 2850 e il 2205 a.C che vengono collocate le figure note come i “Tre Augusti” (Fuxi伏羲, Nuwa女媧e Shennong神農) e i “Cinque Imperatori”. Sima Qian -storico cinese morto intorno al 90 a.C.- nei suoi Annali Storici, scrive che i Tre Augusti (conosciuti anche come “il Celeste Sovrano”, “il Sovrano Terreno” e “il Sovrano Umano") avrebbero regnato per svariati millenni, artefici di un periodo di grande prosperità per il Paese di Mezzo.
(da http://it.wikipedia.org/wiki/Mitologia_cinese
e da http://www.corriereasia.com/cina/storia_della_cina.shtml)

[4]Shennong (神農) Altra figura mitica tra gli eroi culturali della storia leggendaria cinese. Gli si attribuisce l’invenzione dell'agricoltura ed una certa importanza anche nel commercio. Gli è attribuita anche la scoperta delle piante medicinali (da http://it.wikipedia.org/wiki/Mitologia_cinese).

[5]Furō-fushi不老不死 “ne vecchiaia ne morte”.Si riferisce ad una frase dello «Yaku’Ō bosatsu honji bon» (il 23° capitolo del Sutra del Loto –Myōhōrengekyō- nella versione del Venerabile Kumarajiva):


此経則為。 Ze kyō soku i. Questo sutra sarà per
閻浮提人。 Enbudai nin. la gente del Jambudvipa*
病之良薬。 Byō shi rōyaku. medicina buona contro la malattia.
若人有病。 Nyaku nin u byō. Se una persona avesse malattia...
得聞是経。 Toku mon ze kyō. Ottenuto l'ascolto di questo Sutra...
病即消滅。 Byō soku shōmetsu. Svanirebbe, dissolta, la malattia.
不老不死。 Furō-fushi. Né vecchiaia, né morte...

*(il [nostro]“continente degli esseri umani”secondo una antica concezione cosmologica indiana; n.d. t.)

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